Roma 16 gennaio - “Siamo ancora fermi alle promesse mentre i grandi competitors lasciano il porto”. Ad affermarlo il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo sulla situazione al porto di Venezia Chioggia, aggiungendo che “continua ad essere paradossale, da mesi è tutto pronto per i dragaggi ma nulla si muove”.
“L’imperativo - prosegue il dirigente nazionale della Filt Cgil - è che bisogna assolutamente accelerare la firma del Protocollo fanghi e contemporaneamente lavorare per il Piano morfologico della laguna tenendo nel giusto equilibrio ambiente e lavoro. Un combinato disposto imprescindibile a cui restano aggrappate le speranze di mantenere vivo il porto”. “Bisogna rapidamente tornare - chiede Colombo - al pescaggio di 11,50 metri per garantire la ripresa ed il consolidamento, nonché la crescita dei traffici lagunari sui quali si regge fortemente l’economia, non solo del territorio, ma dell’intero paese. Per il lavoro la navigabilità della laguna è un obiettivo irrinunciabile e per questo siamo al fianco della nostra struttura territoriale, dei lavoratori, delle imprese e dell’Autorità di sistema portuale. Il governo, quindi, ancora una volta è messo alla prova - sostiene infine il segretario nazionale della Filt Cgil - con la speranza che riesca a dare fattibilità alle promesse ed agli impegni affinché Venezia possa mantenere la sua spiccata vocazione commerciale e non venga tagliata fuori dai grandi traffici internazionali”.
Porto Venezia: Filt Cgil, basta annunci, far partire interventi fondali
Roma 28 novembre – “Continuano gli annunci ed i proclami, oltre ad un livello di irresponsabilità che sta superando ogni limite”. È quanto afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo sulla situazione ai porti di Venezia e Chioggia, aggiungendo che “non si possono continuare ad attendere gli atti legislativi necessari a far partire gli interventi necessari a rimuovere l’emergenza fondali del porto”.
Secondo il dirigente nazionale della Filt Cgil: “la ridotta accessibilità ai porti veneti ha messo in ginocchio un’intera economia che si muove via mare con gravi ripercussioni, non solo sulla Regione, ma sull’intero Paese. Come sindacato non ci siamo mai sottratti alle responsabilità, a partire dalla sospensione dello sciopero proclamato per il 3 dicembre, ma anche tutti gli altri attori in campo devono fare la propria parte. È urgente - chiede infine Colombo - un cambio di passo che auspichiamo da tempo".