Firmato il 14 ottobre 2024 presso il Ministero del Lavoro dalle categorie sindacali CGIL CISL UIL del terziario, della logistica e del lavoro autonomo un accordo di portata storica per la tutela dei rider, una conquista che fino a pochi anni fa sembrava impensabile.
L’intesa siglata dai Sindacati con Uber Eats Italia, infatti, è unica nel suo genere e sancisce per la prima volta il riconoscimento di tutele e diritti anche a lavoratori inquadrati dall’azienda come autonomi, segnando una svolta significativa nel campo della cosiddetta “Gig Economy” o “economia dei lavoretti” che in realtà nasconde grandi profitti e cattive condizioni di lavoro.
L’accordo, frutto di un lungo negoziato, affronta la complessità di una platea di lavoratori e lavoratrici che hanno perso il lavoro a seguito della decisione dell’azienda del food delivery di cessare le attività in Italia nel luglio 2023 e che, non essendo formalmente dipendenti, sono stati esclusi dalla possibilità di usufruire dei tradizionali strumenti di protezione contro i licenziamenti. Grazie a una battaglia legale avviata nel 2020 su iniziativa di NIdiL CGIL, Filt CGIL e Filcams CGIL, e culminata nel decreto del Tribunale di Milano del 28 settembre 2024, si è ottenuto l’annullamento dei licenziamenti e l’applicazione delle normative sulle delocalizzazioni e sui licenziamenti collettivi.
La platea dei beneficiari comprende i ciclofattorini che hanno effettuato almeno una consegna nei tre mesi precedenti alla comunicazione di cessazione dell’attività e che abbiano svolto almeno 200 consegne nei sei mesi antecedenti. Per coloro che, durante questo periodo, hanno subito infortuni, malattie o eventi familiari rilevanti come l'assenza per maternità, il periodo di riferimento sarà esteso.
Inizialmente, il numero di rider coinvolti era di 2.144; ad oggi, grazie anche agli accordi individuali raggiunti in questi mesi, la platea si è ridotta a 1.391 lavoratori, operanti principalmente nelle maggiori città italiane. Entro una settimana dalla firma, i ciclofattorini riceveranno una comunicazione multilingue, predisposta con le organizzazioni sindacali, che li informerà sui dettagli dell’accordo e sulle modalità di adesione tramite una piattaforma digitale dedicata.
L’accordo prevede diverse misure volte a risarcire i lavoratori e a facilitare la loro ricollocazione nel mercato del lavoro, tra cui:
• Un incentivo economico variabile tra 1.000 e 11.500 euro, determinato in base alla media delle consegne effettuate, dei ricavi mensili e dell'anzianità maturata;
• Un servizio di ricollocamento professionale, che offrirà formazione e assistenza nella ricerca di nuove opportunità lavorative.
“Alla luce dell’approvazione della Direttiva UE sui rider, che sancisce il miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori delle piattaforme – concludono NIdiL CGIL, Filt CGIL e Filcams CGIL – ci aspettiamo che il Governo italiano convochi al più presto le parti sociali per il suo recepimento, affinché i diritti conquistati oggi non restino un’eccezione, ma diventino la regola per tutti i lavoratori digitali.”