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Alle Lavoratrici e ai Lavoratori di FSI e degli Appalti Ferroviari

Periodicamente nel nostro Paese si affacciano ipotesi di privatizzazione delle ferrovie, di quelle che una volta rappresentavano il “grande carrozzone”, poi risanate grazie ai sacrifici dei lavoratori e delle lavoratrici nel corso di molti anni.

Ora ci risiamo! Si susseguono in questi giorni interventi di autorevoli esponenti del Ministero dei Trasporti relativi a possibili aperture, non specificate nelle modalità di attuazione, a capitali privati nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Fare cassa attraverso la privatizzazione di uno degli ultimi asset strategici italiani forse consentirebbe l’abbattimento di percentuali infinitesimali di debito pubblico ma consegnerebbe un pezzo del Paese ad investitori che, verosimilmente, non sarebbero interessati ad erogare un servizio per i cittadini ma soltanto a massimizzare i loro profitti a danno di utenza e lavoratori.

La realtà, infatti, è che il Gruppo FSI, qualora venisse privato della sua unicità, rischierebbe di vedere minata la stabilità economico – finanziaria in molte delle sue società che sono funzionali in un sistema integrato.

In tal senso, ci sembra per lo meno sorprendente che, proprio in una fase di rinnovo contrattuale e mentre si parla di privatizzazione, dopo anni a sbandierare risultati di bilancio positivi, nella prima semestrale di Gruppo FSI sia stato dichiarato un passivo di quasi 200 milioni di euro. Ci piacerebbe comprendere da dove nasca questo “improvviso” rosso di bilancio. Certamente questa volta non potranno essere i lavoratori a scontare gli errori di management e politica !

Sappiamo i danni che le privatizzazioni del sistema ferroviario hanno comportato in altre parti dell’Europa e intendiamo scongiurare che ciò accada nel nostro Paese perché sarebbe dannoso per i tanti viaggiatori che utilizzano il treno per i loro spostamenti, e per i circa 100mila lavoratori e lavoratrici impiegate nel sistema ferroviario e degli appalti, attività, queste ultime, parte integrante e strategica del settore.

A questo quadro difficile si aggiunge la pretesa inaccettabile della Commissione di Garanzia di rivedere la normativa sullo sciopero con l’allargamento delle franchigie e l’incremento delle prestazioni indispensabili tra cui l’inserimento delle fasce di garanzia nelle giornate festive. È evidente il tentativo di indebolire il diritto di sciopero, e di privarci dello strumento collettivo primario di difesa dei diritti laddove la contrattazione non riesce nel proprio intento. Commissione di Garanzia che da tempo rifiuta di ragionare in termini di sistema, rigettando qualunque proposta di merito da parte del Sindacato che, anche a tutela dell’utenza, propone da tempo di coinvolgere altre Imprese di Trasporto, non soltanto del settore ferroviario, nella definizione di regole complessive che sappiano contemperare le nuove esigenze di viaggio con un oggettivo allargamento dei soggetti potenzialmente capaci di tutelare la garanzia di mobilità per i cittadini.

Altro fronte aperto è proprio quello del rinnovo contrattuale, sul quale è in corso con le Associazioni Datoriali una trattativa complessa in cui, come abbiamo definito nella Piattaforma unitaria, stiamo cercando di apportare miglioramenti alla parte generale relativamente ai capitoli inerenti al mercato del lavoro ed allo svolgimento del rapporto di lavoro (genitorialità, tutela inidoneità, ecc..).

A seguire sarà al centro del confronto il recupero del potere d’acquisto dei salari e il miglioramento delle condizioni di lavoro, aspetto per noi fondamentale ed irrinunciabile, soprattutto nelle realtà in cui vi è un’evidente esasperazione rispetto ai carichi di lavoro sostenuti dal personale.

In questa delicata fase la compattezza della categoria dei ferrovieri e dei lavoratori degli appalti ferroviari rappresenta un elemento cruciale per sostenere le vertenze che stiamo affrontando, coinvolgendo anche coloro che utilizzano il treno, senza inimicarceli, sapendo che solo in questo modo potremo tutelare un asset strategico per il nostro paese, respingendo i tentativi di peggiorare la normativa sullo sciopero e, soprattutto, rinnovare al più presto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Temi sui quali in assenza di risposte saremo pronti a mettere in campo tutte le azioni a nostra disposizione.
Le Segreterie Nazionali

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