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Roma 6 ottobre – Domani, mercoledì 7 ottobre dalle 10, con la tavola rotonda sul trasporto pubblico locale e ferroviario proseguono le iniziative sui settori dei trasporti, organizzate nell’ambito delle celebrazioni per i quarant’anni della Federazione.
Le tavole rotonde sono un’occasione di confronto con le associazioni datoriali, in vista dell’appuntamento del prossimo 21 ottobre quando la Filt Cgil, condividerà le proprie proposte con le parti datoriali e la ministra dei trasporti Paola De Micheli in un’iniziativa che verrà conclusa dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Mercoledì 7 ottobre con le associazioni datoriali del trasporto pubblico locale e ferroviario si ragionerà dell’impatto dell’emergenza sanitaria sui trasporti pubblici, di risorse, di sicurezza di utenti e lavoratori, di infrastrutture, di innovazione tecnologica, di formazione del personale.
Introduce i lavori e partecipa alla tavola rotonda il segretario nazionale della Filt Cgil Maria Teresa De Benedictis. A moderare il dibattito Davide Colella redattore di Collettiva. Nell’ambito della tavola rotonda sono previsti gli interventi di Michele Ottomanelli docente di tecnica ed economia dei trasporti del Politecnico di Bari; Arrigo Giana Direttore generale Atm Milano e Presidente di Agens (Agenzia Confederale dei Trasporti e dei Servizi); Andrea Gibelli Presidente Asstra (Associazione Trasporti) e Tullio Tulli Direttore generale Anav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori).

Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming su Collettiva.it

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Roma, 1 marzo - “Firmato accordo congiunto con le associazioni datoriali sull’esercizio del diritto di sciopero nel trasporto pubblico locale e presentato alla Commissione di garanzia sugli scioperi”. Ne danno notizia Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Fna, sottolineando che “attendevamo, finalmente, questo accordo da sedici anni, dal 2002, quando la Commissione ha varato una regolamentazione provvisoria in materia di tpl”.
“La firma di questo accordo - spiegano le quattro organizzazioni sindacali dei trasporti - si è resa ancor più necessaria alla luce di una nuova regolamentazione che la Commissione si preparava ad emanare, presupponendo, evidentemente, che sindacati e associazioni datoriali non sarebbero mai giunte a un accordo. Il testo concordato prevede tra l’altro l’obbligo per le aziende di informare gli utenti sia sulle modalità che sulle ragioni della protesta, la procedura di raffreddamento che torna ad essere obbligatoria per entrambe le parti per tentare di risolvere il contenzioso, scongiurando lo sciopero e la conferma della durata massima dello sciopero e delle fasce di garanzia. L’accordo dunque - sostengono infine Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Fna - è complessivamente migliorativo rispetto all’ipotesi della Commissione ed ora, secondo quanto previsto dalla legge, deve superare il giudizio di idoneità della Commissione stessa che di conseguenza potrebbe ritirare la sua ipotesi”.

Roma, 5 luglio - “Registriamo con soddisfazione che i contenuti dell’accordo del 12 giugno, siglato dai sindacati con il Ministero dei Trasporti, relativo all’interpretazione delle norme contenute nel DL 50/2017 sono stati inseriti nei lavori parlamentari”, ne danno notizia Filt-Cgil, Fit-Cisl UilTrasporti, Faisa-Cisal e Ugl-Fna.
“Quell’accordo, infatti - proseguono le sigle sindacali - interviene sulla clausola sociale e sull’uso del personale inidoneo. Nel caso di cambiamento del soggetto gestore del servizio, oggetto del trasferimento dovrà essere tutto il personale, ad eccezione dei soli dirigenti. Il trasferimento del personale deve avvenire senza soluzione di continuità, in quanto si tratta di prosecuzione dell’originario rapporto di lavoro con la relativa conservazione di tutti i diritti acquisiti. In caso di trasferimento l’azienda subentrante garantirà l’applicazione del Ccnl nazionale di settore e il contratto di secondo livello o territoriale applicato dal gestore uscente”.
“Inoltre, con l’intento di evitare un possibile 'vuoto legislativo' e nelle more della sua contrattualizzazione - spiegano Filt, Fit, Uiltrasporti, Faisa e Ugl Fna - potrebbe anche essere ripristinato il regio decreto legge 148/31. Quanto al personale inidoneo – sostengono infine - è stabilito che sarà reimpiegato anche nell’attività di contrasto all’evasione tariffaria”.

Roma 2 agosto - “Un risultato importante che aumenta il livello di tutela e di garanzia, economica e normativa, di ferrovieri e autoferrotranvieri”. E’ quanto afferma la Filt Cgil in merito alle norme sul Trasporto Pubblico Locale inserite nel Decreto Legge Mezzogiorno approvato in via definitiva.
“In particolare - spiega la Federazione dei Trasporti della Cgil - vengono ripresi i contenuti dell’accordo siglato, al Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti lo scorso 12 giugno, dalle organizzazioni sindacali dei Trasporti, sulla clausola sociale in caso di trasferimento di personale, a seguito del subentro di una nuova azienda a qualsiasi titolo, con il mantenimento di tutti i diritti maturati. Inoltre nel Decreto è prevista la norma sul reimpiego del personale inidoneo sui mezzi pubblici nelle attività di controllo all’evasione tariffaria”.

Roma 5 maggio - “Arrivati a questo punto e visto che ci sono le condizioni, la stazione appaltante e gli altri soggetti istituzionali coinvolti valutino seriamente la possibilità di rescindere l’affidamento a Roma Tpl, garantendo con altri soggetti la continuità del servizio pubblico erogato, l’immediato adeguamento dei suoi standard di regolarità, la liquidazione delle spettanze retributive ai lavoratori e la regolarizzazione delle contribuzioni previdenziali e sociali”. E’ quanto sostiene il segretario generale della Filt Cgil Alessandro Rocchi sulla situazione in atto a Roma nel servizio di trasporto urbano affidato a Roma Tpl che considera “non più sostenibile”.
Secondo il segretario generale della Filt “alle croniche carenze di servizio, progressivamente aumentate nel corso degli ultimi mesi, si sono aggiunti, nello stesso periodo, il più volte ritardato pagamento da parte delle aziende degli stipendi, fino alla mancata erogazione delle ultime due mensilità, e consistenti mancati versamenti, sia all’Inps che al Fondo Priamo, delle contribuzioni previdenziali e sociali”.
“Le inadempienze delle aziende - sostiene infine Rocchi - sono ormai ampiamente accertate e lo stato finanziario e produttivo delle stesse non delinea, a nostro parere, alcuna possibilità di ripristino e prosecuzione del servizio secondo i requisiti quantitativi e qualitativi previsti dal contratto di affidamento in atto”.